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Stefania Riccadonna

Originaria di Rango, la bella e antica frazione di Bleggio Superiore, oggi risiede a Tre Ville (Tn) in Via Lasta, 7. Da sempre appassionata di disegno e di fotografia, per una decina d’anni ha perfezionato la tecnica a matita, fino al 2001, in seguito ha frequentato un corso d’acquerello tenuto dal pittore Rheinhard Ploner e successive esperienze di perfezionamento. Ha partecipato a numerosi concorsi locali e di rilevanza nazionale (anche di poesia e di fotografia) ottenendo diversi riconoscimenti.

Alcune manifestazioni:

2001:     “Montagne dipinte” concorso (anche in anni a seguire) – Montagne (Tn)

2002:     “La vite e il vino” biennale di pittura – Gavardo (Bs)

2003:     “Di legno, di acqua” bi-personale con Nicola Cozzio – Pinzolo (Tn)

2004:     “Emozioni” bi-personale con Piero Devilli – Rango (Tn)

2004:     “Sagra dei Portoni”         personale (anche in anni a seguire) – Fraveggio / Vezzano

2005:     “Il sentiero Dürer” concorso e premio – Salorno (Bz)

2005:     “Mostra e Premio”personale – Polpenazze (Bs)

2006:     “Poesia senza veli personale al Centro Studi Judicaria – Tione (Tn)

2006:     ”Aqua” personale – S.Felice del Benaco (Bs)

2008:     “Opere scelte” pittura per le scenografie di teatro – Bolzano

2008:     “Opere” personale a Brunico (Bz)

2009:     “Donna Ricca”   personale e presentazione – Libreria Marco Serra Tarantola – Brescia

2009:     “Donna Ricca”   personale e presentazione – Centro Studi Judicaria – Tione (Tn)

2009:     “Partecipazione” Pinacoteca Acquerello Italiana – Albignasego (Pd)

2010:     “Opere” personale all’Hotel Lagorai – Cavalese (Tn)

2010:     “Opere” personale alla Sala Tre Castelli – Roncegno (Tn)

2011:     “Oh albero, mio maestro!” personale – Ponte Arche (Tn)

2012:     “Opere” personale presso Alexander Museum – Pesaro

2012:     “Ritratti” personale in Sala Mondrone – Preore (Tn)

2014:     “Premio Segantini” collettiva – Arco (Tn)

2015:     “Bottega d’Artista 2” selezione – Trento

2015:     “AlimentArti” collettiva ai Supermercati Trentini – Tione (Tn)

2015:     “Opere” personale al Museo d’Arte contemporanea di Trento e Rovereto

2015:     “Arte e immagine” Feste Vigiliane Città di Trento

2016:     “Opere” personale al Grand Hotel Terme – Comano Terme (Tn)

2017:     “Opere” tri-personale con Leonardi Romedio e Camilla – Casa Cus – Porte di Rendena

2017:     “Fantasie” personale – Musei di Ronzone (Tn)

 

AFFETTI D’ACQUA E DI LUCE                                                                          di Alessandro Togni

Esperienze visive di lontana natura, ragioni sentimentali ed evocazioni che muovono da universi scoperti e resi osservabili attraverso flussi e rimandi della memoria. Certo le impressionistiche riflessioni di Stefania Riccadonna prendono avvio da energie sedimentate fra le pieghe della sensibilità più acuta, preludono a suggestioni dove si manifesta l’essenza delle opere maggiori, dell’arte nella sua totalità. Una ricerca ‘di carta, matita, sanguigna e carboncino’ inizialmente ossequiosa le origini del disegno classico, poi, una navigazione ancora ‘di carta’, sulla quale si aggiungono ‘affetti’ policromati restituiti con ‘tecniche d’acqua e di luce’. L’acquerello è a volte sfuggevole, incerto dentro effetti granulari, pennellate calligrafiche, dilavazioni e forme turbinose di sovrapposizioni colore, brani e scenografie visive ottenute per tamponatura ed asciugatura… Come se la bellezza di una tecnica fosse il risultato di inaspettati effetti di fantasia forieri di intuizioni ulteriori, utili alle opere future. Sembra possedere una intrinseca modernità questa tecnica d’origine orientale che riesce a mantenere strategiche ed ugualmente vive due componenti specifiche dell’espressione artistica; improvvisazione ed esperienza riescono a compendiarsi in una sorta di mutuo aiuto per la definizione di immagini a volte di chiaro ed oggettivo realismo, in altri casi di natura interiore e di suggestione contemplativa. Stefania Riccadonna con determinazione ha scelto questa modalità tecnica alla quale infonde particolare carattere. I suoi acquerelli di paesaggio fremono di complessità cromatica, si attuano dentro una fluidità atmosferica dove non di rado ritroviamo trasognate liricità, altre volte (come nei castelli) epiche fedeltà materiali e storiche. Nature, montagne e alberi, animali, luoghi e persone principalmente territoriali, familiari, alle quali l’artista rivolge il suo sguardo di gratitudine e di pace, nella risolutezza di una pittura descrittiva fatta di studio e realtà, alla quale con inerzia e in/finitezza immaginifica si accodano pulsioni e armonie di colore dal carattere evocativo.Una osservazione di luce dai tratti evanescenti dove emergono aloni e vaporizzazioni colorate in grado di riaffermare la bellezza di serenità incantate e di aprire ad ampie tranquillità. Certamente si tratta di realtà, una significativa porzione di materia fisica che in talune occasioni viene vista ed indagata, pure rimanendo ancorata ad una atmosfera totale ed unitaria, attraverso una volontà fatta di vortici e mulinelli, prossima alla dissoluzione della forma. Il paesaggio in particolare ora diviene incanto variabile di colorazioni sospese e di luce, spazio dove vivono le più recondite intimità, luogo di splendore e idillio di sentimentalità. E si avvicina il margine dell’astrazione quando ad intervenire sono le impressioni di una visionarietà ormai prossima alla psichedelia compositiva restituita con dissolvenze aeree che rimaneggiano la consistenza tridimensionale delle cose, vanificando la percezione del tempo, muovendo dentro una recitazione silenziosa che profuma di universo parallelo. Anche nella suggestione della prospettiva aerea Stefania Riccadonna sembra voler nuovamente enunciare il dettato ‘Turneriano’ per una determinazione degli oggetti che non si verifichi nella circostanziata definizione grafica della loro natura, ma altresì si manifesti nella rappresentazione del medium atmosferico attraverso cui si vedono… Nell’arte di Stefania Riccadonna, nascita e rinascita, nell’acqua colorata splendente della vita.

 

LE FANTASIE INESAUSTE DI STEFANIA

Una creatività inebriante, una vitalità prorompente, unite alla curiosità nella ricerca e alla sorpresa come atteggiamento dell’animo, improntato all’attesa, al nuovo, all’inedito. Questi i caratteri peculiari di Stefania Riccadonna, la prima donna a JudicariArte, che segnano un modo d’essere arguto e vivace, portatore di gioia di essere e di cantare l’amicizia. La vita prorompe nella sua pittura dando un senso vitalistico dell’essere, un profumo quasi travolgente. La vita è amore, con i suoi elementi caratteristici: la pianta, l’acqua, il bacio, l’altro da sé, il cavallo, la silhouette femminile. Naturalmente la tecnica dell’acquarello è quella che meglio si attaglia all’arte di Stefania, in quanto sia nelle vedute castellane che nelle nature morte e nei ritratti il colore appare steso con magistrale capacità evocativa, nel ricreare un’atmosfera di fascino e rarefazione delle cose materiali, rivissute nell’immaginario come in un sogno ad occhi aperti: “Nel rappresentare la realtà, cerco sempre di immedesimarmi nell’oggetto da rappresentare, che per me è qualche cosa di più e di diverso da un semplice ritratto o natura morta, un paesaggio o un oggetto qualsiasi! Da questa immedesimazione nasce la mia ispirazione verso luoghi e cose familiari, ma al tempo stesso rappresentative e perciò non appartenenti solo alla mia esperienza, ma a quella di tutti gli spettatori.” Dopo molte ricerche, l’artista ha trovato una propria strada, quella appunto dell’acquarello, cui si dedica a tempo pieno a partire dal 2001, dopo il corso con il prof. Rheinard Ploner, divenuto suo vero maestro d’arte, trasmettendole l’amore per le immagini soffuse di malinconia e precise nel tratto, che sono caratteristiche dell’artista. Ma non trascura la poesia e la fotografia, soprattutto nei due libri editi (Donna Ricca 2009, Fantasie 2017), in cui alterna le immagini dipinte ad acquarello con brani poetici legati al vissuto quotidiano e contrassegnati da una grande voglia di comunicare, e con fotografie, altra sua grande passione. La sua poesia è corredata da elementi filosofici: il pieno incontra il vuoto, la luce sconfina nell’ombra, inframmezzato dal foglio dei perché (i piccoli grandi perché della vita, dell’umana esistenza). Sullo sfondo l’elemento ancestrale, le sue origini nel borgo di Rango, tra architetture tradizionali e modi di vivere legati a un passato che riaffiora a tratti. Alcune figure s’affacciano timidamente nell’universo di Stefania: lo zio Bepi, i versi in dialetto (na domanda gròsa, chi sonte mai?), il sottofondo dell’amore e degli affetti familiari. Le fantasie inesauste di Stefania.

Graziano Riccadonna, presidente Centro Studi Judicaria

 


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