Il castagno nel suo ambiente

La castanicoltura è una coltura tradizionale del Trentino, anche se limitata a poche aree dalle caratteristiche del suolo peculiari; si tratta di una coltura minacciata negli ultimi anni da agenti patogeni e proprio per questo suo delicato equilibrio va conosciuta e incoraggiata. L’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, in collaborazione con vari enti e associazioni del territorio tra i quali il Centro Studi Judicaria e il Comune di Riva del Garda, dedica al castagno la sua mostra annuale, che inaugurerà a Villino Campi, sulla rive del lago di Garda, il prossimo 10 luglio alle 17. “La castanicoltura è forse più importante per il paesaggio e la sua storia che per le dimensioni della produzione, piuttosto ridotte ma merita di essere tutelata per i suoi aspetti legati alla tradizione, perché fa parte intrinsecamente dell’ambiente Trentino e perché può svolgere un ruolo positivo nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, grazie alla cosiddetta azione di ‘sequestro di carbonio’. Il ruolo cruciale svolto dai suoli e dalle foreste nel ciclo del carbonio è riconosciuto dalle convenzioni su desertificazione, cambiamento climatico, biodiversità. Lo stesso protocollo di Kyoto sottolinea che il suolo e le foreste svolgono una funzione importante per l’immagazzinamento del carbonio, che deve essere tutelata e, se possibile, rafforzata. Ebbene le piante di castagno hanno fra i valori più alti dell’indice di sequestro del carbonio e possono in tal modo aiutarci nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”.

La nuova mostra presenta una fotografia completa del castagno nei suoi vari aspetti, a partire dal suolo, dal sottobosco, dal paesaggio e dalla sua biodiversità.

Come hanno spiegato i relatori, nella mostra allestita a Villino Campa il castagno viene visto come: “albero habitat”, per la sua capacità di ospitare una miriade di organismi viventi, dentro e fuori, sopra e sotto; “albero cosmico”, asse di collegamento tra il mondo sotterraneo, la terra e il cielo, simbolo materno negli antichi culti pagani;
“albero del pane”, fulcro su cui ruotava un tempo la vita delle comunità montane, soprattutto negli Appennini, dove cresceva rigoglioso.
La mostra intende mettere in luce la sostenibilità di questa coltura tradizionale che in Trentino è limitata a poche aree: basti ricordare che nella frazione di Campi, a Riva del Garda, sono state recentemente censite meno di 1500 piante. Nei pannelli illustrativi vengono presentati argomenti quali la fitopatologia, con immagini degli agenti patogeni che da qualche anno minacciano fortemente la produzione di castagne e marroni tipici, e i metodi della lotta biologica. Viene introdotto il tema del cosiddetto “sequestro di carbonio” e il ruolo positivo che la coltivazione del castagno può svolgere per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
La mostra presenta anche gli utilizzi del castagno in tutte le sue parti, le proprietà terapeutiche e nutrizionali, la sua importanza nella letteratura, la composizione chimica della farina, le ricette.
Le strutture che compongono l’allestimento richiamano la forma delle foglie e dei frutti del castagno e sono realizzate con materiale riciclato e riciclabile quale il cartone. Cinque gli exhibit interattivi creati per l’esposizione, che offrono un approccio ludico e sensoriale ad argomenti che possono risultare un po’ complessi:
“Sequestro di carbonio”: un puzzle tridimensionale per costruire una molecola di glucosio a partire dagli atomi di idrogeno, ossigeno e carbonio; “Il flipper del carbonio”: un dispositivo a molla con il quale l’utente può lanciare un atomo di carbonio verso due possibili scenari, uno sbagliato e uno virtuoso;
“Mieli a confronto”: consente di odorare il miele di castagno, di acacia e di altre essenze e di verificarne la diversa colorazione;
“Farine a confronto”: farina di castagne a confronto con quelle di frumento, patate, granoturco ed altre per trovare le differenze al tatto;
“Biodiversità arborea”: permette di verificare la durezza dei diversi legni di alberi e arbusti che compongono la vegetazione a castagno.
Completano l’esposizione un diorama, una piccola ma suggestiva ricostruzione dell’ambiente arricchita dagli animali più significativi e dai tre diversi tipi di terreno, filmati, prodotti tipici, un preparato microscopico ed oggetti vari. Per i più piccoli è stato creato un “angolo morbido” a forma di riccio che ricorda i giochi che anni fa si potevano fare all’interno del tipico tronco cavo di castagni secolari.

Elenco pannelli mostra “Ambiente castagno”

  • Pannello Introduttivo (testo e immagine depliant, colophon)
  • Il castagno (biologa F. Tisi, professore di botanica emerito Università di Innsbruck W. Larcher)
  • L’albero habitat (naturalista A. Marsilli – Albatros)
  • Suolo e sottosuolo del paesaggio castanicolo (naturalista A. Marsilli – Albatros)
  • Biodiversità (naturalista A. Marsilli – Albatros)
  • Le malattie del castagno (fitopatologo G. Maresi, Fondazione Edmund Mach)
  • I cambiamenti climatici e il castagno (agronomo F. Bigaran, Uff. Produzioni Biologiche)
  • I castagneti, un serbatoio per l’accumulo di carbonio (agronomo F. Bigaran, Uff. Produzioni Biologiche)
  • Il castagno, albero sacro delle comunità montane (antropologa M. P. Macchi)
  • Le proprietà nutrizionali della castagna (antropologa M. P. Macchi, chimico Laboratorio Appa M. Ferrari)
  • Il legno del castagno, caratteristiche e utilizzi (biologa F. Tisi, W. Larcher, scheda “Denominazione normalizzata secondo l’UNI”)
  • Il castagno e le castagne nella letteratura (storica M. L. Crosina)
  • A Riva del Garda (storica M. L. Crosina)