“L’alimurgia è la scienza che riconosce l’utilità di cibarsi di determinate piante selvatiche, soprattutto in tempi di carestie o semplicemente per scopi salutistici. Tali piante son dette alimurgiche se appunto commestibili e perciò prive di sostanze velenose o comunque dannose per l’organismo. […] Le parti commestibili di una pianta possono essere diverse: foglie, fusto, germogli, fiore, radici, tuberi e bulbi. […] Nel recente passato era consuetudine di molte persone, in particolare nei ceti meno abbienti, andare per erbe, e per questi le verdure selvatiche hanno costituito una risorsa alimentare di primaria importanza.” (Wikipedia)

Il progetto dedicato alle piante alimurgiche è stato avviato nel 2017 e si prefigge i seguenti scopi:

  • riportare l’attenzione alle piante spontanee alimentari, alle loro peculiari proprietà nutrizionali, all’importanza della loro integrazione nella dieta di oggi;
  • ampliare il loro utilizzo per il benessere personale e per la creatività in cucina;
  • conoscere e valorizzare il territorio e la sua biodiversità;
  • aumentare il senso di appartenenza al proprio territorio attraverso un’attività utile e piacevole: la raccolta di piante fatta con rispetto, secondo le regole previste per la protezione della flora spontanea.

Le valenze del progetto sono molteplici: ambientale, scientifica, antropologica e storica. Si cercherà di documentare, soprattutto attraverso le interviste, informazioni e dati che potrebbero andare persi col passare del tempo. Il progetto si articola nelle seguenti fasi:

  • raccolta e analisi dei dati, in particolare di testimonianze raccolte dal vivo;
  • descrizione delle piante di maggiore interesse botanico, alimentare e storico;
  • confronto tra l’uso locale di piante alimurgiche e l’uso in alcune medicine tradizionali di paesi lontani.

 

Le piante alimurgiche dell’Alto Garda 2017

schede piante alimurgiche Alto Garda 2017

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