Capitoli

HASSAN EL BANNA – OPERE 2007                                              di Alessandro Togni

Ha esposto la sua pittura presso le Sale Expo del Centro Studi Judicaria a Tione.

 

…E’ per noi osservatori il momento di mutare lo sguardo, di lasciarsi affascinare nel vortice delle sabbie rilucenti che abitano la terra e il cielo.

Ora possiamo navigare come viaggiatori del tempo alla ricerca dell’anima antica, nel rumore di fondo che si espande attraversando le epoche, per nutrire la nostra memoria esploratrice.

Immagini dentro nebulose di storia si fissano nella mente e come in un sogno fanno riaffiorare luoghi, avvenimenti e persone, immersi in un passato di fiaba.

Rivivono le avventure fantasticate nel trascorrere dell’infanzia e nel grande deserto la nostra duplice ricerca scopre perle di saggezza, immensi tesori di conoscenza e di umanità.

 In questa piccola introduzione emergono le componenti essenziali della pittura di Hassan el Banna, un artista e amico che nei luoghi della sua ricerca ha saputo indicare le suggestioni profonde appartenenti alla figurazione e alla cultura di un  paese di grande fascino come l’Egitto. Ecco gli elementi fondamentali di questa densità sensibile e pittorica:

 

  • il gusto dell’osservazione e della descrizione naturalistica;
  • l’intento di superare le barriere del tempo;
  • la facoltà di rappresentare il reale come se appartenesse alla fantasia.

 

E dunque la materia principale dell’azione di Hassan avviene per mezzo della pittura, la pittura vera, “fatta” con il pennello sopra la tela, alla maniera dei maestri che l’hanno contraddistinta nel suo sviluppo lungo i secoli.La “Bella Arte” a suggerire ed informare aiutandoci con le immagini altrimenti dimenticate, la segnatura dei tratti e dei colori che appare come fosse la materializzazione dei sogni. Il profilo di cupole lussureggianti si eleva sopra gli orizzonti e la città trova all’istante la sua rappresentazione fra passato e presente, luogo d’incanto e pulsazione di suoni e colori… Mentre in lontananza i minareti sembrano trafiggere il cielo. Lo spazio della città si addensa a dispetto delle vastità desertiche poco lontano. I territori del silenzio disegnati mentre carovane di uomini e cammelli si dispiegano ad attraversarli, mercati ai bordi delle oasi verdi dove avviene la vita. Le figure di ambulanti e venditori, musicisti e donne sorridenti che nella loro sembianza riportano il sapore antico di epoche gloriose mai catturate dall’oblio. Tutto dentro un alone colore della sabbia, in un universo caldo costruito di miti e strategie che riconducono ad una natura superiore. La grande sfinge ancora giovane dei suoi 4.000 anni osserva con immutata alterità il tempo e la vita degli uomini. Una pittura morale, imbevuta di nostalgia e appartenenza sincera quella di Hassan, una modalità evocatrice che non trascura nulla della conoscenza e dei sentimenti. Si manifesta in queste scene pittoriche l’affetto sincero di un autore che ancora lavora e si esprime rispettando i canoni dell’impostazione classica, rimuovendo le tipologie del contemporaneo per garantire alla sua pittura l’essenza della verità, la bellezza delle visioni che ancora appartengono all’arte della realtà e che con perizia impressionistica sanno catapultare la nostra percezione nei mondi dell’immaginazione e del tempo perduto, in una costante volontà di preservazione e mantenimento. E’ dunque una mostra positiva, colma di significati umani e foriera di suggestioni dai risvolti fantastici e leggendari, quella di Hassan el Banna presentata a Tione di Trento presso le sale expo del Centro Studi Judicaria, una mostra che per taluni aspetti risulta, pur nella sua conformazione tradizionale, una proposta innovativa e fortemente impregnata di elementi culturali in virtù di una  tematica orientaleggiante solitamente poco usuale al nostro osservare. Attraverso una tecnica mantenuta nell’ambito del “romantico”, che insinua segni e determinazioni cromatiche alla moda dei Macchiaioli italiani, che insegue sfondi di documentazione realistica ma, allo stesso tempo, suggeritrice ed evocatrice di fantasie ed avvenimenti, situazioni lontane, dentro un immaginario che non risente del trascorrere del tempo, ecco le immagini ad abitare la tavola della memoria apparire in una sorta di fissità e di immutabilità sorprendente.

(La mostra si è tenuta dal 18 al 27 maggio 2007).


Fotogallery